Il 31 Ottobre 2019 noi alunni delle classi del quinto anno dell’Elsa Morante, accompagnati dai docenti, ci siamo recati al teatro comunale di Crispiano, per assistere allo spettacolo “Lettere Nascoste”, scritto e diretto da Vitale Maria Concetta e rappresentato dagli attori dell’associazione
Pro Loco di Crispiano.


È stato un modo alternativo per rivivere la storia del 1o Conflitto Mondiale attraverso immagini forti e significative, tali da aver fatto gelare gli animi di tutti e far calare un gran silenzio in sala. Quel silenzio miglior amico degli attori. Il tentativo di trasmettere emozioni ha avuto esito positivo, tanto da indurre qualcuno di noi a piangere. La domanda che ci siamo posti in molti, durante la visione, è stata: “Perché? Come è stato
possibile tutto questo?” Sì, perché sappiamo in molti, dai manuali di studio, che il susseguirsi degli eventi storici che hanno
portato alla Grande Guerra, non hanno giustificato tutte quelle vittime. La canzone iniziale ‘Ohi vita ’, come inno all’amore sembrava una contraddizione evidente, ma sembrava...
Tutto il lavoro è stato ben curato dalla regista, che lo ha dimostrato. La stessa ha dichiarato che prima di mettere in scena lo spettacolo, ha fatto sì che gli attori entrassero nei personaggi, tornassero indietro nel tempo attraverso laboratori e attività varie.“Lettere nascoste” è, quindi, quell ’insieme di testimonianze vissute, di emozioni forti proprie di tutto coloro che vivendo le condizioni pietose e crudeli della guerra hanno cercato rifugio nella scrittura,
spesso consapevoli che quelle lettere non sarebbero mai giunte ai destinatari. Ebbene quelle lettere non hanno portato solo alla riflessione sul periodo della Grande Guerra e su tutto ciò che lo ha caratterizzato, ma ci ha portato proprio indietro nel tempo; li abbiamo attraversati
quegli anni. Esattamente dal 1915 al 1917 pieno. La prima scena, una delle più emozionanti, è la prova di come anche a distanza di anni il ricordo
indelebile di un militare, nel cuore di una fanciulla ormai anziana, possa essere ancora tutto lì’, vivo, integro.
La guerra dunque uccide il corpo non le anime, semmai le modifica. Sono emersi tanti temi allora, importanti, come l’analfabetismo, il ruolo delle donne, la violenza, la fame, il suicidio, la solidarietà’, l’amicizia, la pazzia, la follia. Abbiamo avuto la possibilità ’di vedere confermato il ruolo attivo delle donne che se dovevano fare riferimento ai dottori, ai colti del paese, per vedersi leggere o scrivere le lettere ai loro cari impegnati
al fronte, dall’altra assumevano una posizione importante e determinante quando erano “crocerossine” intente ad assistere feriti e moribondi o quando attraversavano interi territori con in spalla gerle piene sia di armi che di sogni.
E mentre tutto andava in scena, la commedia ha continuato ad esistere negli occhi di noi ragazzi sotto forma di raggi di rabbia, di ingiustizia e ancora di incomprensione, perché vedere un ragazzo della nostra stessa età a cui viene tolta la vita, o disperarsi per voler tornare a casa, incute terrore e
sconforto anche oggi ad appena cento anni di distanza. ’T’immagineresti mai tu al posto di uno di loro, mi sono chiesta?”. Non ho dato risposta. Non riuscirei ad immaginarmi obbligata a far qualcosa che non voglio, come invece é accaduto a quei tempi. Chissà cosa hanno profondamente vissuto, chissà cosa pensavano! Le conseguenze di tale scompiglio nelle loro vite sono state messe in luce in una delle ultime scene, in particolare quella de “gli scemi di guerra” ossia, tutti i reduci che in qualche modo incolumi nel fisico sono invece rimasti intaccati nella psiche gravemente e per sempre.
Intanto l’amore, protagonista occulto della messa in scena, non poteva mancare e ha vinto su tutto. “L’amore conta, conosci un altro modo per fregar la morte?” Lo si canta ancora oggi perché anche se la storia riporta aspetti positivi e negativi in maniera generale, ciò che accomunava e continua ad
essere essenziale oggi è l’amore per qualcun altro, uomo o donna che sia. “Mai più la guerra, avventura senza ritorno” dunque. Ed è con queste parole che s è conclusa la rappresentazione teatrale; l’assordante silenzio ha lasciato spazio al piacevole suono degli applausi, delle voci per le domande, i commenti e la compilazione dei test-riflessione 1E ’evidente che tutto ciò ci abbia arricchito e lasciato qualcosa di concreto, di valore. Ha confermato che la guerra non porta da nessuna parte, se non alla morte; ha ribadito che si deve sempre lottare per amore verso se stessi e per la realizzazione dei propri diritti ma non con l’uso della forza , delle armi.
Ha ricordato a noi donne che spesso il nostro ruolo nella società ’é stato determinante ed incisivo e che dobbiamo solo continuare a costruire questa strada e la propria indipendenza. La canzone iniziale ‘Ohi vita’, cornice alla vita, allora ha voluto sottolineare che questa troppe volte è
stata ingiustamente tolta a tanta gente e non può più accadere.


Saracino Daniela
V C - SALA E VENDITA